Renato Spagnoli

 

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Acquasanta Terme 1971

Foto Alfredo Libero Ferretti

 

BRUNO D’AMORE

 

Presentazione in catalogo

Galleria Il Diagramma 32, Napoli

1978

 

La struttura grafica di una lettera alfabetica è un fatto di puro accordo tra le parti dialoganti: non ci sono misteri, archè, rinvii colti; si tratta di una pura forma che, per convenzione stabilizzata, ha assunto il ruolo di significante o di segno fonetico (a seconda che la scrittura sia ideografica o fonetica). Dunque l'analisi della forma non ha motivazioni intellettualmente legate a fatti antropologici, ma neppure a fatti lessicali: A non sta per qualcosa, ma è un puro segno semioticamente irrilevante, alfabeticamente caratterizzato.

Spagnoli, dunque, fin dall'origine, non sceglie A come simbolo, ma solo come oggetto-forma coi quale destreggiarsi,e continua in questa assillante ricerca, mai monotona, mai interrotta, mai continua. La discretezza dell'approccio, la novità di ogni uso, fanno della struttura elementare (la lettera A, appunto) un fatto sempre più rilevante, storicamente, ma sempre meno interessante, visivamente. Questo segno si perde, nei meandri della ricerca, fin quasi a scomparire a volte; ma ricercarlo, scoprirlo, distorto, spezzato, stravolto, è un semplice modo per rintracciare un'unità di lettura, una specie di filo conduttore nella ricerca. li materiale usato nella ricerca, sempre più è atto a confondere la semplice lettura decitativa; un plexiglas opaco quasi adombra il segno, soffocandolo ed

uccidendolo, dopo averlo mascherato. Poi, un'esplosione improvvisa ed interessante: l'A-ambiente, l'A-che-si-fa-gioco, l'A-lettura. Proiettata l'immagine dei segno su pareti e pavimento, il visitatore l'attraversa, viaggia dentro ed attorno al segno, lo analizza in proprio, nella sua evidenza più immediata, prospettica. Un segno che diventa oggetto d'ambiente, che costituisce l'ambiente o, meglio, la sua giustificazione. E cosi Spagnoli ritorna agli ambienti, che già gli furono molto cari qualche anno fa.

La lettera-segno riacquista parzialmente un'identità di struttura facilmente riconoscibile, ma solo da una posizione ben definita, un punto di vista prospettico che va cercato, ansimando attenti.

Bruno D'Amore

Novembre 1978

 

 

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