Renato Spagnoli

 

home

l’artista

La biografia

Le immagini

Le opere

in mostrA

personali

collettive

collezioni

interventi critici

presentazioni

articoli

interviste

indice dei critici

 

il Gruppo Atoma

 

Links

 

 

Acquasanta Terme 1971

Foto Alfredo Libero Ferretti

 

BRUNO SULLO

 

Presentazione  mostra Gruppo Atoma

Asilo Notturno, Livorno

1990

 

 

I motivi di un recupero

 

     Il concetto informatore delle mostre «Report» è, come suggerisce il nome, quello della «documentazione»: con esse Portofranco intende presentare e testimoniare specifiche linee di ricerca, svolte fuori e dentro la città di Livorno nel presente o nel passato, aventi i requisiti di omogeneità e di significatività indispensabili ad ogni buon reportage, Appare così ben motivato questo «Report n. 7» con il quale dagli anni 60 viene riproposta la breve ma intensa parabola del Gruppo livornese «Atoma», che ebbe risonanza ed espressione fuori dal contesto anche allora, come oggi, asfittico della città, e il cui lavoro appare utiIe recuperare e riconsiderare per due principali motivi: 1) il contributo che tale recupero può dare alla rielaborazione dell'immagine culturale livornese; 2) gli elementi di modernità e di attualità presenti nel Gruppo.

 

     Sul primo aspetto non sembra necessario insistere troppo: è perfino ovvio il valore di un'operazione che attinge alla recente memoria culturale di una città a dire il vero alquanto avara in fatto di memorie, individuandone i momenti di significatività e vitalità. Si tratta di un'operazione di grande peso e utilità che peraltro non sembra frequentemente realizzata a Livorno: non se ne ricordano altre, se si eccettuano la mostra «Un'altra Livorno» dei 1978 (che fu importante, ma é rimasta una voce nel deserto) e un'altra, più recente e più circoscritta come campo d'indagine, «Portofranco ante litteram» del 1989.

 

     Il secondo punto è più specifico, ed anche meno ovvio. Rileggendo le motivazioni e le scelte ideologiche espresse dal Manifesto del Gruppo «Atoma» (Firenze Galleria Numero, 1964), e riconsiderando le caratteristiche linguistiche delle opere prodotte, si passano individuare alcuni elementi teorici e operativi che ne rendono significativa la riproposizione oggi.  La coraggiosa acquisizione della contemporaneità (assimilazione culturale di quelle discipline che, per divenire logico della storia, ipotecheranno il futuro) e la conseguente, coerente accettazione dei divenire tecnologico; il convinto atteggiamento di superamento della logica dei dualismi contrappositivi (nella fattispecie tra Pop‑art e Neoconcretismo) allora, come ancor oggi, imperante; la prospettiva di ricerca e di continua sperimentazione, ben sottolineata nei suoi aspetti positivi e negativi da Lara Vinca Masini (Livorno, Galleria Giraldi, 1966); la scelta linguistica concentratasi intorno a temi di Poesia Concreta (prova, anche questa, di aderenza alle problematiche espressive contemporanee) e collegata con le ragioni della progettazione e della reiterazione, oggi forse riemergenti; infine la stroncatura degli insipienti, basato su sciocche - e divertenti ‑ motivazioni (si veda l'articolo di Luigi Servolini, Il Telegrafo del 20 febbraio 1965): sono tutti elementi di modernità che, al di là dei singoli esiti e oltre la breve parabola storica del Gruppo, giustificano l'operazione e ne sottolineano le finalità propriamente di «recupero»: non semplice documentazione archeologica di un'esperienza localizzata in un preciso momento storico ed esaurita in esso, ma sua riproposizione alla considerazione, all'analisi e alla discussione dei lettori di oggi

 

BRUNO SULLO

 

 

 

home

 

 

g