Renato
Spagnoli
|
||
home
l’artista
in mostrA
interventi critici
Acquasanta
Terme 1971
Foto Alfredo Libero Ferretti |
LARA VINCA MASINI
ARTE CONTEMPORANEA La linea del modello Arte come progetto del mondo Volume terzo pp. 424-425 Ó1996 Giunti
Gruppo Editoriale, Firenze Gruppo
Atoma Si formava a Livorno nel 1964 ad
opera di Giorgio Bartoli, Renato Spagnoli, Renato Lacquaniti, Mario Lido
Bacci Graziani. La mostra di costituzione si svolgeva a Firenze presso la
Galleria Numero. Dichiaravano allora, tra l'altro: «Il
gruppo 'Atoma' si è costituito, guidato da una comune e sentita necessità,
per aprirsi in uno spazio dinamico all'assimilazione culturale delle teorie
più attuali di quelle discipline che, per divenire logico della storia,
ipotecheranno il futuro, nel senso che non si darà evoluzione culturale e
sociale che non dipenda dall'esplicazione tecnico-industriale delle medesime.
Intendiamo riferirci alla Biochimica e alla Cibernetica, in particolare a
quelle relazioni che vengono a prospettarsi fra le ricerche di psicopatologie
collegate alla teoria dell'Informazione». E’ chiara, dunque, l'intenzione di
considerare le tecniche come strumenti aggiuntivi alle facoltà creative
dell'artista, in perfetta aderenza alle ideologie del momento, legate alle
nuove proposte di arte neoconcreta, programmata, cinetica... Gli esponenti erano uniti in gruppo
non per elaborare un lavoro comune (ognuno seguiva, infatti, un suo iter
progettuale e creativo), ma per esprimere «un atto di fede per scavalcare la
carente finalità ideologica dell'artista d'oggi e il suo annichilirsi
continuo in posizioni agnostiche nei confronti di concetti e temi che
investono in prima persona l'uomo e la storia». Bartoli,
come già scrivevo nel '66 ("Gruppo Atoma", Galleria Giraldi,
Livorno), «abbandonato l'uso di oggetti-simbolo reali, elabora una tematica
allusiva di messaggi incisivi di comunicazione di massa. Segnali, quadranti,
insegne luminose e abbaglianti, dominano insistentemente i suoi quadri con
l'insistenza ammonitrice del rischio di integrazione e alienazione
costituito, per l'uomo di oggi, dai simboli mostruosi e avvincenti della
nostra civiltà industriale e tecnologica ». Graziani, che ha lasciato per un
lungo periodo l'Italia, poco dopo la fondazione del gruppo, elaborava,
all'interno di quello, un lavoro di serialità variabile segni linguistici,
spesso uniti a immagini, secondo un ritmo dinamico accelerato e intenso,
vicino, peraltro, alla contemporanea poesia visiva del Gruppo 70 fiorentino. Attualmente, dopo una lunga
esperienza all'estero, si dedica ad un genere di operazione meno
razionalizzato e programmato, ma svolto secondo una dinamica gestuale, legata
anche alla performance, e a certo recupero new dada. «Lacquaniti», cito ancora me stessa
(op. cit.), «pure sensibile a questo richiamo magico, oscilla tra una resa
emotiva e drammatica delle immagini mitologiche del nostro tempo (la
mitizzazione a scopo pubblicitario del sesso, per fare un esempio) e una
trasposizione organica ritmica di simboli ideografici, che si fanno folla e
paesaggio. Oppure rievoca moduli fantastici spaziotemporali, in un pullulare
di segni ripetuti, fratti, sovrapposti, in una pulsante densità atmosferica
». Spagnoli elabora i suoi simboli
ideogrammatici in un rapporto sintattico ritmico, spaziale, plastico, che
oggi traspone in forme dilatate, quasi frammenti ingigantiti dei suoi
ideogrammi. |
|
g