Renato Spagnoli

 

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il Gruppo Atoma

 

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Acquasanta Terme 1971

Foto Alfredo Libero Ferretti

 

GRUPPO ATOMA – il primo manifesto

 

Pubblicato sul depliant della mostra n° 407 della Galleria Numero diretta da Fiamma Vigo – Firenze 9-22 maggio 1964

 

    Il Gruppo “Atoma” si è costituito, guidato da una comune e sentita necessità, per aprirsi in uno slancio dinamico all’assimilazione culturale delle teorie più attuali di quelle discipline che, per divenire logico della storia, ipotecheranno il futuro, nel senso che non si darà evoluzione culturale e sociale che non dipenda dall’esplicazione tecnico-industriale delle medesime. Intendiamo riferirci alla Biochimica e alla Cibernetica; e in particolare a quelle relazioni che vengono a prospettarsi fra le ricerche di psicopatologia collegate alla teoria dell’Informazione.

    I risultati ai quali addiverranno le discipline di cui sopra, contribuiranno a determinare la possibilità di accedere ad una dimensione cosmica del linguaggio (aspaziale-atemporale) informata ad escogitare sistemi di comunicazione translinguistici, puntando sulle capacità preverbali del pensiero, quali momenti fra i più sintetici e creativi.

    Quello che preme evidenziare è che nessun linguaggio come quello artistico, pone a base delle sue capacità informative le facoltà preverbali, trans-logiche e aconcettuali. Dal ciò la legittimità dell’aspirazione ad un sistema ipercomunicativo del linguaggio (comunicazione interindividuale immediata) estensibile a tutta la specie umana.

   Pertanto, il nostro odierno orientamento neo-tecnico, nel tentare una comunicazione più attuale, vuole usare la metodologia sperimentale con la certezza di stabilire un parallelo, il più possibile cronometrico, col processo contingente dell’arte, la quale essendo soggetta ad un continuo divenire non permette di adagiarsi in iniziali scoperte richiedendo invece un superamento continuo di medium inglobati nella dinamica avveniristica della storia.

    Gli interessi umani implicano sempre la nostra presenza in problematiche quanto mai attuali. Intendiamo sondare quel vasto universo della tecnica e dell’automazione, realtà giornaliera che l’attuale condizione umana ci impone in una promiscuità equivoca di finalità. Ora, non si darà vero progresso se l’uomo non procederà ad una autoliberazione: vale a dire che l’automazione non potrà esplicarsi produttivamente senza la partecipazione di esso ad una rivoluzione etico-sociale. Al di fuori della quale ci protrarremo in una situazione di disordine sempre più assurdo ed autodistruttivo.                  E’ in questo clima quotidiano fatto di ibridi politici, da interessi di “grossa” speculazione economica, che vogliamo e dobbiamo impegnare a fondo la nostra coscienza critica.

    La nostra posizione di gruppo vuole e deve essere, perciò, un atto di fede per scavalcare la carente finalità ideologica dell’artista di oggi ed il suo annichilirsi continuo in posizioni agnostiche nei confronti di concetti e temi che investono in prima persona l’uomo e la sua storia.

 

Giorgio Bartoli          Renato Lacquaniti

Renato Spagnoli      Lido Graziani

 

 

 

A seconda della prevedibilità d’una configurazione grafica, plastica, o poetica, potremmo ammettere una maggiore o minore capacità informativa da parte dell’opera d’arte in questione. Se, infatti, è ovvia e pacifica la comunicazione attraverso un linguaggio consuetudinario, è però scarsa l’informazione offerta se tale linguaggio ripropone nessi e aspetti già facilmente prevedibili, e come tali scontati.

L’informazione estetica, dunque, si potrà considerare tanto maggiore quanto più grande è il grado di inaspettatezza, di improbabilità, da parte dell’opera d’arte di cui si fruisca, che corrisponde – come abbiamo già detto – al fatto che il tendere verso il massimo ordine (il minimo di entropia) equivale ad un minimo di informazione artistica.

 

Da Gillo Dorfles, “Il divenire delle arti”, Einaudi Torino1959

 

 

 

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