Renato
Spagnoli
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l’artista
in mostrA
interventi critici
Acquasanta
Terme 1971
Foto Alfredo Libero Ferretti |
INTERVISTE e INTERVENTI
Cinque domande a
quaranta artisti,
NAC n.1, 1973 Renato Spagnoli Artista. Nato a Livorno nel 1928, vive [a Carrara e]
(sic!) a Livorno. Ha fatto parte del gruppo «Atoma» e del gruppo Techné. A che serve l'arte? Al potere o all'uomo; all'establishment o alla
comunità? Se la risposta ‑come credo ‑ è la seconda (all'uomo,
alla comunità) indirettamente ho detto la mia sulle cause della crisi. Crisi
come equivoco, come cedimento impercettibile e giornaliero che balza agli
occhi, oggi, d'un colpo. Abbiamo riconosciuto al mercato una autorità (quella
di promuovere e di bocciare, di verificare in ultima, inappellabile istanza,
il valore dell'opera d'arte) che non possiede. L'arte risponde o anticipa le
aspirazioni dell'uomo, della comunità. Si pone in alternativa a « ciò che è
»: è innovativa, rivoluzionaria, LIBERATRICE in quanto creatività. Il mercato
obbedisce rigidamente alle leggi del mercato, quindi dell'economia che è
conservazione, difesa di ciò che è, repressione in quanto legge interna del
sistema. La presa di coscienza di questo fatto ha dato il via alla crisi che
è crisi non degli artisti in quanto tali, ma in quanto hanno accettato il
compromesso e si trovano quindi oggi non più nella condizione di chi svolge
un lavoro creativo, Ma piuttosto di chi produce come da contratto ‑
oggetti «estetici» per il consumo. Uscire dalla crisi vuol dire dunque
recidere il legame compromissorio col «potere»; mettersi «fuori» non per uno
sfizio di purezza bohémienne (anacronistico, oltretutto), ma con la
consapevolezza critica del nostro essere artisti, della nostra collocazione
«politica ». Rifiutare le strutture, le leggi del sistema non significa però
rifugiarsi nel ghetto, tornare alle catacombe, costringere l'esperienza
artistica entro un misticismo asociale che porta al dogmatismo che è
anch'esso negazione dell'arte‑liberazione. Prospettive concrete,
operative, ricette? Ricette, Renato Spagnoli non ne ha ... |
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